lunedì 24 novembre 2014

"A mio padre, che mi ha trasmesso la passione per la pittura"

Intervista a Sofia Aparicio, artista venezuelana che vive a Roma dal 2009. 

Realizza opere d'arte, inviti per cerimonie e ricordini realizzati a mano.

Si è specializzata nei ritratti di persone.

Nata a Maracaibo il 7 agosto 1971, fin da piccola guardando il padre che lavorava e il disegnava, si è appassionata alla pittura.

Sofia ricorda che da sempre ha "avuto in mano pennelli e vernice", grazie a suo padre, 

Eduardo Aparicio, che le ha dato le lezioni di pittura.

Lui è stato professore all'Università Cecilio Acosta negli anni Settanta.

Sofia riconosce come unico maestro suo padre

Finora ha realizzato opere solo per se stessa, la sua famiglia e gli amici, ma quest'anno ha esposto i suoi lavori alla Feria de Chinita, che si è tenuta a Roma, il 16 novembre scorso.

Le tecniche utilizzate dall'artista sono: l'acrilico, l'acquerello e il disegno a matita.

Non esiste un momento particolare in cui Sofia crea le sue opere, dipende da quando si sente ispirata.

Tra i grandi artisti italiani ama Leonardo da Vinci e in particolare la tecnica di sfumatura.  




lunedì 3 novembre 2014

INTERVISTA ALL'ING. VOTTA GIANCARLO: LA SUA CARRIERA E LE SUE SCELTE

IN QUALI CONDIZIONI SI TROVA IL SETTORE EDILIZIO IN COLOMBIA RISPETTO AL REPUBBLICA BOLIVARIANA DEL VENEZUELA? 

In questo momento, anche se non è sempre stato così, le condizioni economiche della Colombia sono molto più favorevoli rispetto alle condizioni del Venezuela.

Dal 1998 la mia terra è governata da una corrente del socialismo inefficiente e corrotto che ha rovinato una delle economie più importanti mondo, 

Una delle ricchezze del Venezuela è il petrolio, purtroppo però i Presidenti e i governi non hanno saputo far fruttare questa materia prima, il prezzo del petrolio è rimasto tra i 90 e i 130 dollari al barile. 


LA LEGISLAZIONE CHE VIGE IN COLOMBIA IN CAMPO EDILIZIO È PIÚ FAVOREVOLE? 
SE SI PERCHÉ? 

In Colombia la democrazia e la libertà di concorrenza economica incoraggiano il settore privato a operare per la crescita e lo sviluppo del Paese. 



QUANTA CONCORRENZA ESISTE IN QUESTO SETTORE?

Sì c'è molta concorrenza, si tratta di un mercato molto efficiente e inoltre si studiano i costi e il mercato per capire quali progetti sono necessari.


COME VEDI IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI IN FUTURO NELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA DEL VENEZUELA? 


Penso che il Venezuela recupererà la sua libertà democratica e che riprenderà il suo percorso di sviluppo.
Inoltre, spero che molti professionisti che hanno dovuto abbandonare il Paese in cerca di migliori condizioni di vita possano ritornare dopo aver fatto comunque delle esperienze importanti in tutto il mondo.

E IN COLOMBIA?

La Colombia continuerà a crescere e a svilupparsi, raggiungerà livelli più significativi di sviluppo delle infrastrutture, l'istruzione, e la sicurezza.

E questo farà aumentare il numero delle abitazioni e delle attività commerciali. 



GLI STATI UNITI SONO UN PARTNER IMPORTANTE PER LA COLOMBIA?

Con il trattato di libero commercio lo è diventato.

In questo momento ci sono investimenti in grandi imprese transnazionali della Colombia dove è stato individuato un'importante mercato di consumo. 



ESISTE IL RISPETTO PER LA NATURA IN COLOMBIA? 

Si, in Colombia si stanno portando avanti importanti attività volte a salvaguardare le migliori condizioni di natura. 

Nel nostro caso, stiamo sviluppando un edificio per uffici in grado di ottimizzare l'uso di energia grazie all'archittura bioclimatica. 


E NELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA DE VENEZUELA? 

Secondo me, in Venezuela non c'è il rispetto per la natura e nemmeno per la vita delle persone ora.




QUALI SONO LE RAGIONI CHE TI HANNO SPINTO A LASCIARE LA TUA TERRA? 


La mancanza di sicurezza per la mia famiglia e la mia attività.

Purtroppo è stata una scelta molto difficile anche perché ho dovuto lasciare i miei genitori. 


TORNERAI LÍ IN FUTURO? 

Ora ho una visione più globale dell'economia e ho intenzione di continuare anche in Venezuela il mio lavoro, infatti la mia azienda "VOTTA FRANCO INGENIERÍA, SA" ha una sede anche lì.

Spero in una pronta guarigione, ma non è necessario al 100% tornare a viverci.

Oggi, la tecnologia permette di vivere e lavorare in luoghi diversi. 



HAI SOCI IN EUROPA?

No, non ho partner in Europa, 

In compenso ho molti amici, colleghi e servizi correlati, che dal Venezuela sono venuti nel vecchio continente e hanno costruito la loro attività lì.


VORRESTI REALIZZARE PROGETTI EDILIZI IN ITALIA? 

Certo, è tra i miei obiettivi personali, ho un legame speciale con l'Italia.

Oltre ad essere il Paese di origine di mio padre, è uno dei Paesi che mi piace di più al mondo. 

Lì vivono mia sorella e la sua famiglia che vorrei avere più vicini.

Mi ricordo di quando ero molto giovane ho sempre viaggiato per l'Italia nel periodo estivo.

Mi ha sempre colpito il suo sviluppo, la tecnologia e le infrastrutture stradali che si sono sviluppate in anticipo rispetto al Sud America.

Anche se oggi non è in crisi, penso che l'Italia sia un Paese molto interessante, dove realizzare 
progetti di costruzione.

STORIA DELL'ING. VOTTA GIANCARLO, COFONDATORE DELLA SOCIETÁ "VOTTA ENGINEERING FRANCO, SA"

INGEGNERE VOTTA GIANCARLO

UN UOMO CHE HA COSTRUITO IL SUO FUTURO GRAZIE ALLO STUDIO E ALLA PASSIONE!

Sono nato in Venezuela nel 1970, figlio di un immigrato italiano e una bellissima donna venezuelana di origini colombiane.

Ho un fratello e una sorella maggiori, Pablo Andres Votta e Maybelin J. Votta.

Due genitori che hanno fatto in modo che non mancasse mai nulla nella mia educazione.

Ho studiato Ingegneria Civile motivato dal lavoro di mio padre che è stato un costruttore e che ho sempre apprezzato e ammirato. 

Mi sono laureato nel 1994 e ha fatto stage in una società di costruzioni a Verbania, una provincia della Regione Piemonte, (Italia).

È stata un'esperienza importante, ma sono tornato in Venezuela per iniziare la mia vita lavorativa. 

Sono stato sempre molto fortunato a ottenere posti di lavoro interessanti e dove ho assunto importanti responsabilità. 

A soli 25 anni sono diventato direttore residente della costruzione di un parcheggio sotterraneo della Banca Centrale del Venezuela, 

Nel 1997 mi sono rivolto a un costruttore privato per ampliare gli studi sulla fattibilità economica nei progetti di costruzione. 

Ho sviluppato un edificio che ospita dalle fondazioni alla consegna finale, dove ero responsabile di tutti i soggetti completi, progetto, costruzione, vendita, permessi e la consegna. 

L'edificio prese il nome di mia moglie, il mio grande sostegno Valeria Lo Curto, una giornalista venezuelana di origini italiane. 

Ho terminato la mia laurea in Ingegneria Gestionale nel 2000 e subito mi è stato assegnato il compito di recupero da una situazione finanziaria negativa un hotel di 84 camere.

Ho realizzato questa sfida fino a quando sono riuscito a rendere il bilancio dell'azienda positivo. 

Nel 2005 ho deciso di fondare la mia società di costruzioni "VOTTA OPERE CIVILI", è stato uno dei momenti più forti della mia carriera, il momento in cui si deve smettere di pensare come un dipendente e assumersi la responsabilità per il proprio progetto di andare avanti in base alle proprie decisioni. 

Poi è nato il mio primo figlio, Andrea Votta Lo Curto. 

A quel tempo la mia esperienza di costruzione mi è servita, perché ho ​​subito avuto l'opportunità di creare un grande edificio per uffici e spazi commerciali.

Ho fndato in collaborazione con il mio collega e amico George Franco, la "VOTTA ENGINEERING FRANCO, SA",

È stata la prima azienda e come ogni primo esperimentato, è stato necessario un notevole sforzo, ma tutto è andato bene.


A questo punto l'incertezza giuridica in Venezuela, ha portato me e il mio socio, George Franco a cercare altri Paesi in cui le condizioni sono più favorevoli per intraprendere progetti di ingegneria civile. 

La nostra ricerca mirava a un Paese dell' America del Sud, vicino al Venezuela e con una buona economia, 

Il Paese che abbiamo scelto è la Colombia, dove abbiamo sviluppato un edificio di 32 appartamenti.

Ora stiamo iniziando la costruzione di un grande edificio di uffici Conex (www.conexchia.com) e stiamo negoziando un'alleanza strategica per realizzare un progetto  chiamato "Suinza Foreste", 

Si tratta di 98 case in una città industriale interessante che sta crescendo, qui si trovano grandi aziende come la Coca Cola, che sta costruendo un impianto di imbottigliamento che darà lavoro a più di 3.500 persone.

martedì 28 ottobre 2014

INTERVISTA A GIOVANNI FURORE PROMOTORE DI "THE END A FILM MAGAZINE" PRIMA RIVISTA DI CINEMA GRATUITA IN COLOMBIA

Oggi  vi parlo di Giovanni Furore, un giovane cineasta italiano che si è trasferito in Colombia.

E del suo progetto “The End a film magazine”, la prima rivista gratuita di cinema distribuita nel Paese.

Giovanni, è nato il 27 ottobre del 1981, a Cava de’ Tirreni, provincia di Salerno.

Dove ha vissuto fino ai 19 anni, quando ha deciso di seguire la sua passione per il cinema e di trasferirsi a Roma dove frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia.

Dopo varie esperienze nel settore, nel 2011, ha deciso di trasferirsi a Bogotá capitale della Colombia.

Ed è lì che ha creato “The End a film magazine”, la prima rivista gratuita di cinema distribuita nel Paese.

Ha continuato,poi, a collaborare con produttori e sceneggiatori.

Il prossimo anno verrà realizzato un film da girare interamente nel piccolo villaggio di Armero, che molti ricorderanno per la tragedia della piccola Omayra Sanchez.

Realizza, con i suoi collaboratori, corsi attraverso “The End Academy”, sui temi attuali della produzione, distribuzione, sceneggiatura cinematografica.











1. QUANDO HAI SENTITO L’ESIGENZA DI LASCIARE L’ITALIA?  E PERCHÉ?

L’esigenza di lasciare l’Italia ho iniziato ad accarezzarla quando avevo 17 anni.
Ho avuto la fortuna di viaggiare per studio molto giovane, i miei mi mandavano durate l’estate in Inghilterra o in Spagna o in altri posti europei per imparare le lingue, e tornando da quelle piccole vacanze l’Italia mi sembrava sempre più un posto che non mi apparteneva.
Tornavo nel mio paese di origine (Cava de’ Tirreni) e mi sembrava di fare un salto nel passato.
L’idea mi ha inseguito anche quando mi sono trasferito per studiare a Roma, dove ho vissuto per 9 anni. La conferma poi è arrivata chiarificatrice nel 2011.



 2.HAI SCELTO IL PAESE PER LE OFFERTE DI LAVORO O LO HAI TROVATO UNA VOLTA ARRIVATO SUL POSTO?

 La Colombia l’ho scoperta perché la mia ex moglie è del posto.

 Nel 2007 sono venuto qui per conoscere i suoi genitori ed ho conosciuto un Paese

 che mi ha affascinato da subito, un amore a prima vista.

Poi in seguito, dopo varie esperienze lavorative proprie in Italia, e con la venuta 

della crisi economica, mi sono deciso per un cambio radicale e la scelta non poteva 

che essere quella della Colombia.

Il Paese, nonostante abbia i suoi problemi che non sto qui ad elencare, offre 

possibilità interessanti.

Un mercato vergine per certi settori, tutto da esplorare e/o sviluppare.

Nel 2011 sono venuto a vivere a Bogotà, città che non mi ha mai convinto al 100%. 

Io ho conosciuto meglio Medellin, città che amo.

Ma Bogotà è la capitale e le possibilità di lavoro qui sono maggiori.

Dopo qualche mese finalmente anche Bogotà ha fatto breccia nel mio cuore, e non riesco adesso più farne a meno.



 3. COSA OFFRE IN PIU’ IL PAESE IN CUI ABITI ORA RISPETTO ALL’ITALIA?

  La Colombia offre alcuni vantaggi: il primo è che c’è un entusiasmo tangibile per

  via dello sviluppo economico attuale.

 Secondo perché c’è un certo mutamento nella ri-organizzazione delle  classi sociali, 

(qui ne esistono 6) per cui se uno riesce a leggere questi mutamenti, può leggere 

anche tutta una serie di nuove necessità in cui poter piazzare il proprio business.

 A volte idee che da noi sono come “l’acqua calda”, qui possono essere pioniere.

 Ad esempio io qui ho fondato una rivista specializzata in cinema. 

 È praticamente l’unica qui in Colombia (escludendo le pubblicazioni accademiche).

 “The End A Film Magazine” sarebbe stato un progetto impossibile in Italia.



 4.   ESISTONO SVANTAGGI NEL PAESE CHE HAI SCELTO?

 Gli  svantaggi sono legati all’aspetto culturale.

 Se da un lato abbiamo un predisposizione allegra, entusiasta, che riesce a 
 mitigare atteggiamenti formali con quelli informali, qualche problema in più sorge 
 sotto il profilo della gestione del tempo.

 Può essere frustrante un certo modo Colombiano di gestire le trattative, le
 relazioni lavorative e la poca chiarezza nelle comunicazioni verbali.

 Ad esempio: qui le trattative sono molto lunghe, non si va facilmente al nodo della 
 questione e si procrastinano le cose.

 I Colombiani hanno un difettuccio, se così vogliamo chiamarlo: non sono capaci 
 di dire di no chiaramente.

 Se un accordo non va in porto, è sicuro che una della parti scompaia o si faccia
 negare al telefono, o trovi scuse per non poter dire, ad esempio: “non siamo più
 interessati”.

 Questo rende talvolta le cose difficili, a fronte in cambio di una gentilezza estrema
 nelle relazioni, che a fin dei conti risulta superflua.


  5.  VIVONO MOLTI ITALIANI IN COLOMBIA?

  Non ho molti amici Italiani qui, non credo ce ne siano molto, sicuramente molti 
  meno di quanti ce ne siano in Brasile o in Argentina.

  Anche se ultimamente mi sembra di vedere attraverso vari gruppi Facebook che il 
  numero sta aumentando.



  6. SEI FELICE DI AVER FATTO QUESTA SCELTA?

  Sono felicissimo. Non ho intenzione di tornare in Italia.

  Preferisco soffrire certe mancanze che subirne di ben peggiori.

  Diciamo che la mia decisione influisce direttamente sul mio stato psico-fisico.

  Ho molti amici in Italia che sono depressi e tristi perché non riescono, ed ormai 
  non vogliono, creare impresa o gioire della vita, degli amici, realizzare i propri 
  sogni.

  Vivono in uno stato che io chiamo “limbo culturale della ragnatela”.

  Sono intrappolati in una specie di gomma appiccicosa depressiva che non gli 
  permette di poter gioire neanche più della bella vita all’italiana, che un tempo
  almeno ci consolava.




  7. COME VIVI LA LONTANANZA DALLA FAMIGLIA?

   La vivo molto bene. Con Skype e Whatsapp ormai parlo con la mia famiglia ogni 
   volta che ne abbiamo voglia.


   8.TORNI SPESSO IN ITALIA?

   Ci vado poco. Cerco di evitare a dire il vero.

    L’ultima volta sono rimasto 6 mesi ed è stata una esperienza traumatica.

    Perché? Beh, vedere amici di  30 anni laureati, depressi, anche un po’ troppo legati

    alla mamma, o alla ragazza, o al paesello (che a volte è la    capitale o anche una

    grande città), mi fa rabbia.

    Forse tornerò la prossima estate, ma solo per una vacanza di 20 giorni.

    Diciamo che al momento sul mio stato Facebook potresti leggere: “Giovanni ha

    litigato con l’Italia”.

    Questo anche perché quando torno, al solo accendere la tv mi viene l’orticaria.

    Oppure ad una domanda di un amico che mi chiede: “Ma com’è la ColUmbia?(E 
    non Colombia).

   Si parla il portoghese lì?(mentre qui si parla un ottimo Spagnolo)” Ecco in quel
   momento vorrei scomparire. 




9.CONSIGLIERESTI AI TUOI AMICI DI TRASFERIRSI ANCHE LORO NEL PAESE CHE HAI SCELTO?

Lo faccio spessissimo. Ma non è un paese per tutti. Sono venuti a trovarmi vari 
amici che ne sono rimasti folgorati, nel senso positivo.

Il viaggio li ha come risvegliati da un torpore, li ha stimolati di nuovo a credere in se
stessi ed a pensare di poter fare qualcosa qui, sia dal punto di vista lavorativo che
soprattutto dal punto di vista personale.

Inutile dirti che poi, una volta tornati in Italia, la ragnatela li ha di nuovo accolti nello
stato vegetativo in cui si trovavano.


10.ESISTE LA MERITOCRAZIA IN COLOMBIA?

        No. Posso dire con certezza che non esiste. 
        Qui la raccomandazione arriva ad essere superiore a quella Italiana.
        Ma facendo leva su un certo fascino da “straniero” talvolta si riesce a godere di
        alcuni vantaggi, sempre se questo “fascino” venga centellinato in maniera
        corretta ed educata, rispettando la cultura locale.


11.CI SONO OFFERTE DI LAVORO PER I GIOVANI? SE SI, IN QUALI SETTORI?

       Non saprei dirti con certezza. 

       Nell’ambito delle perforazioni petrolifere sicuramente si. 

       Ho amici che lavorano molto in quel settore. 

       Tutti gli amici stranieri che conosco qui lavorano per grandi multinazionali.

       A livello locale, certamente, ci sono possibilità se si è altamente qualificati.

       Sul lato accademico ad esempio ci sono ampie possibilità. 

       Qui sono molte le università private che non richiedono un
        
       “pedigree” generazionale per poter insegnare.

       Anche a me è stato offerto varie volte di dare dei corsi, ad esempio. 

       Le possibilità più interessanti sono quelle relative a nuove imprese.

       Analizzare il mercato per aprire qualcosa “in proprio” non è una malvagia idea.  

       Anche solo mettere su un ristorante potrebbe dare dei risultati.

     Attenzione però: se si crede di venire qui con pochi soldi per aprire un “buco” che      fa pizze, allora sarebbe meglio desistere. 

    Come dico sempre a tutti, la Colombia non è economica e sarebbe sempre meglio,     prima di trasferirsi, fare un’attenta valutazione dei rischi e del mercato. Conoscere       la città in cui ci si vuole vivere con una vacanza lunga di 3 mesi, aiuta di certo.             Meglio se di 6 mesi (3+3).


12.È IMPORTANTE IL TITOLO DI STUDIO?

     Si, come dicevo è molto importante. Qui badano molto al CV.



13.PENSI DI RIMANERE Lì PER SEMPRE O TORNERAI IN ITALIA?

     Al momento penso di rimanere, e questo pensiero sembra essere proiettato ad            almeno altri 5 anni.
     In Italia sicuramente tornerò, ma non credo per avere una vita lavorativa/personale      continuativa.
     Penso che l’ideale sarebbe un salto ogni anno nei mesi caldi, per incontrare i               familiari.


14.SECONDO TE COSA DOVREBBE CAMBIARE IN ITALIA?

      Bella domanda. Posso dire, tutto?

   Non saprei risponderti in dettaglio, dovrebbe cambiare la politica: un cambio è            d’obbligo perché a volte mi   sembra meglio la politica di un paese del terzo mondo    che quella che esige un paese come l’Italia.

   C’è un provincialismo che a volte è davvero anacronista.

  Il torpore di cui ti parlavo prima, quello stato di non vita che muove le persone per       inerzia, senza passioni, senza soprattutto la capacità di avere una visione più ampia,   più a lungo termine, e anche più ambiziosa.

  L’ambizione sembra essere sparita.


 Ti parlo di un’ambizione non personale, ma più generale ed ampia, quella di creare  qualcosa di meglio per tutto e tutti: nelle relazioni, nel lavoro, nella società, nella        famiglia. 

lunedì 27 ottobre 2014

INTERVISTA AL REGISTA CARLOS PRONZATO VINCITORE DEL PREMIO ROBERTO ROSSELLINI 2009



Oggi, ho il piacere di presentarvi la mia intervista ad un regista nato in Argentina, che ora vive in Brasile, si tratta di Carlos Pronzato.
Ha realizzato il documentario: “Carlos Marighella, quien samba se queda, quien no samba se va”, ossia “Carlos Marighella, chi è con me rimane, chi non lo è se ne va”, sulla vita del politico, rivoluzionario e scrittore, Carlos Marighella, figlio di un immigrato italiano e di una brasiliana di origine africana.

Nel 2009, in Italia, Carlos Pronzato ha ricevuto il “Premio Roberto Rossellini”.


Carlos Pronzato è direttore di teatro, poeta, scrittore, cineasta/documentarista e attivista sociale  indipendente, nato a Buenos Aires, Argentina.
Ha studiato nel “Colegio Nacional de Buenos Aires”, con professori illustri e ha frequentato la specialistica nel campo delle arti sceniche, ha lavorato in campo cinematografico sia in Argenitina siain Messico prima di trasferirsi in Brasile.
Dopo un viaggio attraverso l’America Latina, realizzato negli anni ‘80, si è trasferito a Salvador de Bahía nel 1989.
Ha diretto numerose opere di teatro, creato diversi eventi culturali y si è concentrato sui temi sociali y politici, che hanno dato un chiaro stampo al suo stile cinematografico.
Al centro dei suoi film ci sono i conflitti sociopolitici dell’America Latina, in particolare le rivolte popolari, ha studiato poi nei minimi dettagli gli aspetti storico-culturali che hanno segnato il continente.
Alcuni dei suoi film più celebri sono: “Carlos Marighella, que es la samba, la samba, que no desaparece”, “Carabina M2, un arma americana, el Che en Bolivia”, “Las ollas de cocina, la rebelión argentina”, “Bolivia, la guerra del gas”, “Buscando Salvador Allende”, “Madres de Plaza de Mayo , la memoria, la verdad, la justicia”, “La rebelión pinguina, Estudiantes de secundaria chilenos Contra el sistema”, “Mayo Baiano”,  “La rebelión de Buzu”, “Bahía Euclides da Cunha”, “Pierre Verger, vamos a Bahía mapuches, las Naciones Unidas Contra el Pueblo del Estado”, “Negro Comedia Buenos aires, afro-argentino de teatro”, “Hasta Esperemos que ir a la guerra, una historia del racismo y la intolerancia religiosa”, “Pinheirinho, llevé a mi casa, me quitó la vida”, “Calabozo en 1968, un disparo en el corazón de Brasil”; “A partir de ahora, las jornadas de junio en Brasil”, entre muchos otros realizados en Brasil y en el extranjero”.
Tra i suoi libri troviamo: “Pajas no se rindió, la poesía”, “Bolivia, poema rebelde”, “22 de abril en las costas de Brasil, los indios en las celebraciones de los 500 años”, “La poesía contra el Imperio”, “Che, un poema de guerrillas”, “Poemas sin tierra”, “Jorge Amado en el ascensor y otros cuentos de Bahía”.
Viaggia costantemente, si occupa della promozione dei film nelle Università, club cinematografici, organizza conferenze e promuove dibattiti sui suoi lavori.

Ecco i link dove potete approfondire la vostra conoscenza sui lavori del regista Carlos Pronzato:  http://www.lamestizaaudiovisual.blogspot.it/

http://marighella100anos.wordpress.com/



1. In quali Paesi è stato diffuso il suo documentario dedicato a Carlos Marighella?

Il documentario “Carlos Marighella, quien samba se queda, quien no samba se va”, ossia “chi è con me rimane, chi non lo è se ne va”, tratta la vita del politico, rivoluzionario e scrittore, Carlos Marighella, figlio di un immigrato italiano e di una brasiliana di origine africana.
È uscito in anteprima a Salvador de Bahia, Brasile, nel 2011.
La città dove il 5 dicembre 1911 nacque Carlos Marighella.
In seguito, il documentario è stato divulgato a Rio de Janeiro, in occasione dei festeggiamenti per il centenario dalla nascita di Marighella, nel 2011.
Nel corso del 2012, è stato trasmesso in Brasile con l'organizzazione di mostre e dibattiti.
 Poi è stato invitato al Festival Internazionale del Cinema Politico em Buenos Aires, Argentina.


2. In quante lingue è stato tradotto il documentario?
 La versione originale del documentario è in portughese.
Poi è stato tradotto con i sottotitoli in spagnolo.

3. In quale anno è stato realizzato il documentario?

Nel 2011, anno del centenario dalla


4. In quali Paesi è uscito il libro su Marighella? E quando?
Il libro Marighella “POESIE PER SEM licença Carlos Marighella” è stato pubblicato in Belo Horizonte, Brasile, in Agosto 2014.
Attualmente non è stato ancora diffuso in Europa.


5. Il libro e il documentario sono diventati celebri?

Il libro ancora non ha avuto grande successo a livello internazionale.
In Brasile, però ha avuto un buon riscontro tra i lettori, infatti è possibile trovarlo in tutto il Paese. L’editore è Livrarira Rosso.

7. In quanto tempo si è realizzato il documentario? E il libro?

Il documentario è stato completato in due anni, dalle prime indagini nel 2009, fino alla sua pubblicazione, nel 2011.
Il libro è stato scritto insieme al documentario.

8. Il documentario e il libro fanno parte dello stesso progetto?


No, perché il libro è uscito solo quest’anno, mentre il documentario era uscito nel 2011. 

venerdì 24 ottobre 2014

la feria de la Chinita, Roma 16/11/2014


Il prossimo 16 Novembre, si terrà anche a Roma, la Feria della Chinita, una festività, che trae origine dalla tradizione religiosa, che ha luogo ogni anno per tre giorni, dal 17 fino al 19 novembre, nella città venezuelana di Maracaibo e nelle altre località dello Stato Zulia

T
ale festa viene celebrata per commemorare il miracolo della Vergine di Chiquinquirá.



La tradizione narra che, sulle rive del Lago di Maracaibo
, una donna trovò una tavola che portò a casa sua. Trascorsi alcuni giorni, sulla superficie di questa piccola tavola apparve l'immagine della Vergine di Chiquinquirá. 

La donna raccontò questa storia alla gente del luogo che cominciarono a venerare questa icona della Vergine. In seguito, si decise di costruire il Monumento alla Vergine nel posto esatto dove si trovava la casa di questa donna, attualmente ubicato di fronte alla Basilica di Nostra Signora di Chiquinquirá.


A tal proposito ho deciso di intervistare, Mikela Policastro, microbiologa d’origine italo-venezolana, fondatrice, nell’anno 2012, dell’associazione “Viva Venezuela en Italia” che ha come obiettivo quello di porsi come struttura di aggregazione per i venezuelani in Italia, promuovendo iniziative culturali, sociali e sportive. 
Si è trasferita in Italia e risiede a Roma dal 2004. 
Durante la sua permanenza, ha conseguito un Master in Bioterrorismo e Terrorismo presso l’Università 
Degli Studi di Roma, La Sapienza nell’anno 2004. 
Parallelamente consegue l'attestato di Event Planner occupandosi dell’organizzazione di eventi ed è titolare dell’agenzia di Feste ed eventi “Il Mondo di Miki” a Roma. 
Poeta per diletto, ha vinto alcuni premi a carattere nazionale quali: Il Premio Letterario “Laurentum” 
conseguito a Firenze, nell’anno 2009 ed il Premio Letterario “Valeria” conseguito negli 
anni 2011-2012. 
Aderisce alla”Associazione Lorenzo Cuneo Onlus” di Roma occupandosi di progetti di 
solidarietà e volontariato ed in Venezuela segue diversi progetti per favorire la scolarità infantile. 


1. Quest’anno quando si terrà la Feria della Chinita? E dove? 
È già una consuetudine, da vari anni, organizzare La Feria in onore della Chinita, per mantenere viva questa tradizione per noi venezuelani, così sentita, per l’anno in corso la festa si terrà il giorno domenica 16 novembre a Roma presso la Parrocchia San Vincenzo Pallo, in Via Matteo Tondi 80. 


2. Cosa prevede il programma della manifestazione?
Quest’anno abbiamo organizzato una ricca programmazione, La Feria avrà inizio alle ore 11:00 con l’apertura del mercatino di artigianato e gastronomia venezuelana. Gli standisti sono artigiani venezuelani di grande talento che spaziano nei settori merceologici più diversi. 
 Inoltre ci sarà una interessante mostra Fotografica intitolata "Memorie del nuovo mondo", composta da una raccolta delle fotografie inviateci dai nostri amici e contatti di Facebook che illustrano nei dettagli l’epopea dell’immigrazione italiana in Venezuela. 
Più tardi alle ore 12:30, avrà inizio la parte più propriamente religiosa della festa con la concelebrazione di una messa in lingua spagnola officiata dal sacerdote d’origine “Marabino” Padre Gerard Cadiere in omaggio alla nostra venerata madonna della Chinita. La cerimonia sarà allietata da musiche tipiche a cura di Padre Marcos Contreras. 
La festa continuerà poi, con il suo momento più prettamente conviviale, all’interno del grande salone della parrocchia dove si esibiranno gruppi musicali e di danza che intratterranno i presenti, unitamente all’immancabile condivisione di cibi e bevande tipicamente venezuelani. 


3.- Quando è stata organizzata la prima edizione della Feria della Chinita a Roma? 
 L’associazione “Viva Venezuela en Italia” di cui sono fondatrice, nel 2012 a Roma ha organizzato la prima edizione e da allora è diventata una piacevole consuetudine.


4.- Chi dirige l’associazione Viva Venezuela en Italia? 
 La nostra associazione è fondata e diretta dalla sottoscritta Mikela Policastro coadiuvata da un team di amici venezuelani, alcuni dei quali residenti in Italia da molti anni che prestano la loro opera a titolo di volontariato con grande entusiasmo e dedizione. 


5.- Qual è l’obiettivo dell’associazione? 
 L’obiettivo della nostra associazione è quello in primo luogo di essere elemento catalizzatore per la comunità venezuelana residente in Italia, di promuovere le nostre tradizioni e di favorire l’incontro e lo scambio con altre culture. 


6.- Da quali regioni d’ Italia provengono le persone che partecipano alla Feria della Chinita? 
 Essendo un appuntamento che si ripete con cadenza annuale abbiamo dei partecipanti che ci seguono fin dalla prima edizione, provenendo da diverse parti d’Italia, solo per citarne alcune da nord a sud; Torino, Pisa, Firenze, Perugia, Pescara, Teramo, Avellino, Napoli, Salerno, ecc… 


7.- Come si è evoluta la manifestazione? 
 Ogni anno, sulla scorta delle esperienze precedenti, lavoriamo per migliorare la festa della Chinita, sia dal punto di vista dell’accoglienza che della molteplicità delle proposte culturali, con il fattivo aiuto come sponsor di amici e commercianti che uniscono le loro forze alle nostre allo scopo di ricordare con gioia il Venezuela. 


8.- Qual è la novità di questa edizione? 
Nell’edizione di quest’anno abbiamo l’orgoglio di condividere l’organizzazione e la pianificazione dell’evento con la comunità “Los Panas” dell’amico Carlos Fonseca e la partecipazione del gruppo di danza folcloristica Ensamble Venezuela della Prof. Luz Marina Dàvila. Con l’auspicio che nelle future edizioni
possano aderire altre realtà associative legate alle radici venezuelane in un rapporto sinergico a favore di una diffusione sempre più ampia della cultura venezuelana in Italia.