Oggi vi parlo di Giovanni Furore, un giovane cineasta italiano che si è
trasferito in Colombia.
E del suo progetto “The End a film
magazine”, la prima rivista gratuita di cinema distribuita nel Paese.
Giovanni, è nato il 27 ottobre del
1981, a Cava de’ Tirreni, provincia di Salerno.
Dove ha vissuto fino ai 19
anni, quando ha deciso di seguire la sua passione per il cinema e di trasferirsi
a Roma dove frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia.
Dopo varie esperienze nel
settore, nel 2011, ha deciso di trasferirsi a Bogotá capitale della Colombia.
Ed è lì che ha creato “The
End a film magazine”, la prima rivista gratuita di cinema distribuita nel Paese.
Ha continuato,poi, a
collaborare con produttori e sceneggiatori.
Il prossimo anno verrà
realizzato un film da girare interamente nel piccolo villaggio di Armero, che
molti ricorderanno per la tragedia della piccola Omayra Sanchez.
Realizza, con i suoi collaboratori,
corsi attraverso “The End Academy”, sui temi attuali della produzione,
distribuzione, sceneggiatura cinematografica.
1. QUANDO
HAI SENTITO L’ESIGENZA DI LASCIARE L’ITALIA? E PERCHÉ?
L’esigenza di
lasciare l’Italia ho iniziato ad accarezzarla quando avevo 17 anni.
Ho avuto la fortuna
di viaggiare per studio molto giovane, i miei mi mandavano durate l’estate in
Inghilterra o in Spagna o in altri posti europei per imparare le lingue, e tornando
da quelle piccole vacanze l’Italia mi sembrava sempre più un posto che non mi
apparteneva.
Tornavo nel mio paese di origine (Cava de’ Tirreni) e mi sembrava di fare un salto nel passato.
Tornavo nel mio paese di origine (Cava de’ Tirreni) e mi sembrava di fare un salto nel passato.
L’idea mi ha
inseguito anche quando mi sono trasferito per studiare a Roma, dove ho vissuto
per 9 anni. La conferma poi è arrivata chiarificatrice nel 2011.
2.HAI
SCELTO IL PAESE PER LE OFFERTE DI LAVORO O LO HAI TROVATO UNA VOLTA ARRIVATO
SUL POSTO?
La Colombia l’ho scoperta perché la
mia ex moglie è del posto.
Nel 2007 sono venuto qui per conoscere
i suoi genitori ed ho conosciuto un Paese
che mi ha affascinato da subito, un amore a prima vista.
che mi ha affascinato da subito, un amore a prima vista.
Poi in seguito, dopo varie esperienze
lavorative proprie in Italia, e con la venuta
della crisi economica, mi sono deciso per un cambio radicale e la scelta non poteva
che essere quella della Colombia.
della crisi economica, mi sono deciso per un cambio radicale e la scelta non poteva
che essere quella della Colombia.
Il Paese, nonostante abbia i suoi
problemi che non sto qui ad elencare, offre
possibilità interessanti.
possibilità interessanti.
Un mercato vergine per certi settori,
tutto da esplorare e/o sviluppare.
Nel
2011 sono venuto a vivere a Bogotà, città che non mi ha mai convinto al 100%.
Io ho conosciuto meglio Medellin, città che amo.
Ma Bogotà è la capitale e le
possibilità di lavoro qui sono maggiori.
Dopo qualche mese finalmente anche
Bogotà ha fatto breccia nel mio cuore, e non riesco adesso più farne a meno.
3. COSA
OFFRE IN PIU’ IL PAESE IN CUI ABITI ORA RISPETTO ALL’ITALIA?
La Colombia offre alcuni vantaggi: il
primo è che c’è un entusiasmo tangibile per
via dello sviluppo economico attuale.
Secondo perché c’è un certo mutamento nella ri-organizzazione delle classi sociali,
(qui ne esistono 6) per cui se uno riesce a leggere questi mutamenti, può leggere
anche tutta una serie di nuove necessità in cui poter piazzare il proprio business.
via dello sviluppo economico attuale.
Secondo perché c’è un certo mutamento nella ri-organizzazione delle classi sociali,
(qui ne esistono 6) per cui se uno riesce a leggere questi mutamenti, può leggere
anche tutta una serie di nuove necessità in cui poter piazzare il proprio business.
A volte idee che da noi sono come
“l’acqua calda”, qui possono essere pioniere.
Ad esempio io qui ho fondato una rivista
specializzata in cinema.
È praticamente l’unica qui in Colombia (escludendo le pubblicazioni accademiche).
È praticamente l’unica qui in Colombia (escludendo le pubblicazioni accademiche).
“The End A Film Magazine” sarebbe stato un
progetto impossibile in Italia.
4. ESISTONO
SVANTAGGI NEL PAESE CHE HAI SCELTO?
Gli svantaggi sono legati all’aspetto culturale.
Se da un lato abbiamo un predisposizione
allegra, entusiasta, che riesce a
mitigare atteggiamenti formali con quelli informali, qualche problema in più sorge
sotto il profilo della gestione del tempo.
mitigare atteggiamenti formali con quelli informali, qualche problema in più sorge
sotto il profilo della gestione del tempo.
Può essere frustrante un certo modo
Colombiano di gestire le trattative, le
relazioni lavorative e la poca chiarezza nelle comunicazioni verbali.
relazioni lavorative e la poca chiarezza nelle comunicazioni verbali.
Ad esempio: qui le trattative sono molto
lunghe, non si va facilmente al nodo della
questione e si procrastinano le cose.
questione e si procrastinano le cose.
I Colombiani hanno un difettuccio, se
così vogliamo chiamarlo: non sono capaci
di dire di no chiaramente.
di dire di no chiaramente.
Se un accordo non va in porto, è sicuro che
una della parti scompaia o si faccia
negare al telefono, o trovi scuse per non poter dire, ad esempio: “non siamo più
interessati”.
negare al telefono, o trovi scuse per non poter dire, ad esempio: “non siamo più
interessati”.
Questo rende talvolta le cose difficili, a
fronte in cambio di una gentilezza estrema
nelle relazioni, che a fin dei conti risulta superflua.
nelle relazioni, che a fin dei conti risulta superflua.
5. VIVONO
MOLTI ITALIANI IN COLOMBIA?
Non ho molti amici Italiani qui, non credo
ce ne siano molto, sicuramente molti
meno di quanti ce ne siano in Brasile o in Argentina.
meno di quanti ce ne siano in Brasile o in Argentina.
Anche se ultimamente mi sembra di vedere
attraverso vari gruppi Facebook che il
numero sta aumentando.
numero sta aumentando.
6. SEI
FELICE DI AVER FATTO QUESTA SCELTA?
Sono felicissimo. Non ho intenzione di
tornare in Italia.
Preferisco soffrire certe mancanze che
subirne di ben peggiori.
Diciamo che la mia decisione influisce
direttamente sul mio stato psico-fisico.
Ho molti amici in Italia che sono depressi e
tristi perché non riescono, ed ormai
non vogliono, creare impresa o gioire della vita, degli amici, realizzare i propri
sogni.
non vogliono, creare impresa o gioire della vita, degli amici, realizzare i propri
sogni.
Vivono in uno stato che io chiamo “limbo
culturale della ragnatela”.
Sono intrappolati in una specie di gomma
appiccicosa depressiva che non gli
permette di poter gioire neanche più della bella vita all’italiana, che un tempo
almeno ci consolava.
permette di poter gioire neanche più della bella vita all’italiana, che un tempo
almeno ci consolava.
7. COME
VIVI LA LONTANANZA DALLA FAMIGLIA?
La
vivo molto bene. Con Skype e Whatsapp ormai parlo con la mia famiglia ogni
volta che ne abbiamo voglia.
volta che ne abbiamo voglia.
8.TORNI
SPESSO IN ITALIA?
Ci vado poco. Cerco di evitare a dire il
vero.
L’ultima volta sono rimasto 6 mesi ed è
stata una esperienza traumatica.
Perché?
Beh, vedere amici di 30 anni laureati,
depressi, anche un po’ troppo legati
alla mamma, o alla ragazza, o al paesello (che a volte è la capitale o anche una
grande città), mi fa rabbia.
alla mamma, o alla ragazza, o al paesello (che a volte è la capitale o anche una
grande città), mi fa rabbia.
Forse tornerò la prossima estate, ma solo
per una vacanza di 20 giorni.
Diciamo che al momento sul mio stato Facebook
potresti leggere: “Giovanni ha
litigato con l’Italia”.
litigato con l’Italia”.
Questo anche perché quando
torno, al solo accendere la tv mi viene l’orticaria.
Oppure ad una domanda di un
amico che mi chiede: “Ma com’è la ColUmbia?(E
non Colombia).
Si parla il portoghese lì?(mentre qui si parla un ottimo Spagnolo)” Ecco in quel
momento vorrei scomparire.
9.CONSIGLIERESTI AI TUOI AMICI DI TRASFERIRSI ANCHE LORO NEL PAESE CHE HAI SCELTO?
non Colombia).
Si parla il portoghese lì?(mentre qui si parla un ottimo Spagnolo)” Ecco in quel
momento vorrei scomparire.
9.CONSIGLIERESTI AI TUOI AMICI DI TRASFERIRSI ANCHE LORO NEL PAESE CHE HAI SCELTO?
Lo faccio spessissimo. Ma
non è un paese per tutti. Sono venuti a trovarmi vari
amici che ne sono rimasti folgorati, nel senso positivo.
amici che ne sono rimasti folgorati, nel senso positivo.
Il viaggio li ha come
risvegliati da un torpore, li ha stimolati di nuovo a credere in se
stessi ed a pensare di poter fare qualcosa qui, sia dal punto di vista lavorativo che
soprattutto dal punto di vista personale.
stessi ed a pensare di poter fare qualcosa qui, sia dal punto di vista lavorativo che
soprattutto dal punto di vista personale.
Inutile dirti che poi, una
volta tornati in Italia, la ragnatela li ha di nuovo accolti nello
stato vegetativo in cui si trovavano.
stato vegetativo in cui si trovavano.
10.ESISTE
LA MERITOCRAZIA IN COLOMBIA?
No. Posso dire con certezza che non
esiste.
Qui la raccomandazione arriva ad essere superiore a quella Italiana.
Ma facendo leva su un certo fascino da “straniero” talvolta si riesce a godere di
alcuni vantaggi, sempre se questo “fascino” venga centellinato in maniera
corretta ed educata, rispettando la cultura locale.
Qui la raccomandazione arriva ad essere superiore a quella Italiana.
Ma facendo leva su un certo fascino da “straniero” talvolta si riesce a godere di
alcuni vantaggi, sempre se questo “fascino” venga centellinato in maniera
corretta ed educata, rispettando la cultura locale.
11.CI
SONO OFFERTE DI LAVORO PER I GIOVANI? SE SI, IN QUALI SETTORI?
Non saprei dirti con
certezza.
Nell’ambito delle perforazioni petrolifere sicuramente si.
Ho amici che lavorano molto
in quel settore.
Tutti gli amici stranieri che conosco qui lavorano per grandi
multinazionali.
A livello locale, certamente, ci sono possibilità se si è altamente qualificati.
Sul lato accademico ad
esempio ci sono ampie possibilità.
Qui sono molte le università private che non richiedono un
“pedigree” generazionale per poter insegnare.
Qui sono molte le università private che non richiedono un
“pedigree” generazionale per poter insegnare.
Anche a me è stato offerto
varie volte di dare dei corsi, ad esempio.
Le possibilità più interessanti sono
quelle relative a nuove imprese.
Analizzare il mercato per
aprire qualcosa “in proprio” non è una malvagia idea.
Anche solo mettere su un ristorante potrebbe
dare dei risultati.
Attenzione però: se si crede
di venire qui con pochi soldi per aprire un “buco” che fa pizze, allora sarebbe
meglio desistere.
Come dico sempre a tutti, la Colombia non è economica e
sarebbe sempre meglio, prima di trasferirsi, fare un’attenta valutazione dei
rischi e del mercato. Conoscere la città in cui ci si vuole vivere con una
vacanza lunga di 3 mesi, aiuta di certo. Meglio se di 6 mesi (3+3).
12.È
IMPORTANTE IL TITOLO DI STUDIO?
Si, come dicevo è molto
importante. Qui badano molto al CV.
13.PENSI
DI RIMANERE Lì PER SEMPRE O TORNERAI IN ITALIA?
Al momento penso di rimanere, e questo
pensiero sembra essere proiettato ad almeno altri 5 anni.
In Italia sicuramente tornerò, ma non
credo per avere una vita lavorativa/personale continuativa.
Penso che l’ideale sarebbe un salto ogni
anno nei mesi caldi, per incontrare i familiari.
14.SECONDO
TE COSA DOVREBBE CAMBIARE IN ITALIA?
Bella domanda. Posso dire, tutto?
Non
saprei risponderti in dettaglio, dovrebbe cambiare la
politica: un cambio è d’obbligo perché a volte mi sembra meglio la politica di
un paese del terzo mondo che quella che esige un paese come l’Italia.
C’è un provincialismo che a volte è
davvero anacronista.
Il torpore di cui ti parlavo prima,
quello stato di non vita che muove le persone per inerzia, senza passioni,
senza soprattutto la capacità di avere una visione più ampia, più a lungo
termine, e anche più ambiziosa.
L’ambizione sembra essere sparita.
Ti parlo di un’ambizione non
personale, ma più generale ed ampia, quella di creare qualcosa di meglio per
tutto e tutti: nelle relazioni, nel lavoro, nella società, nella famiglia.